(ANSA) - MILANO, 5 DIC - Il Dalai Lama è giunto stamani all' aeroporto di Malpensa con un volo Alitalia proveniente da Delhi. Il suo programma prevede una permanenza a Milano di cinque giorni prima di altre tappe italiane Ad accogliere il Dalai Lama l'amica Laura Gancia e il capo del Tibet Bureau Kelsang Gyaltsen, che risiede a Ginevra. Il Dalai Lama ha 72 anni e vive in esilio dal 1959.
Il Dalai Lama a Milano? Mmm... è meglio di no
Non stiamo qui a scrivere un trattato di storia, se volete avere informazioni sul Dalai Lama potrete fare un bel giretto qui su Wikipedia. Partiamo quindi dal presupposto che la storia dell'invasione cinese in Tibet è ben nota (magari anche quella dell'esilio) e passiamo oltre, visto che l'atteggiamento del Piemonte e della Lombardia sulla questione Dalai Lama sembra essere colpevolmente differente.
Il 16 dicembre il Dalai Lama sarà ospite a Torino, invitato dal Consiglio Regionale, ma la sua visita sta già creando polemiche. L'ambasciatore cinese ha fatto sapere alla Farnesina che "Pechino" è irritato per lo sbarco in Italia del capo spirituale dei tibetani.
Da Torino fanno sapere che la sua presenza ha forte valore culturale e non politico, come è giusto che sia; ora la polemica sulla visita si sposta anche qui a Milano, dove il Dalai Lama sembra non essere benvenuto.
Simili problemi diplomatici c'erano già stati in tempi recenti a Washington, Berlino e Vienna. L'Italia ha ottimi rapporti con la Cina - la futura prima potenza economica è da trattare con i guanti - , Milano invece ha un rapporto tutto suo con la comunità cinese.
Da una parte c'è un inevitabile coinvolgimento negli affari, dall'altra la forte presenza della comunità cinese (tradotto: Chinatown). Come fare allora a levarsi di dosso la responsabilità di un invito mancato ad un premio Nobel per la Pace? Semplice, scaricando il barile a Roma.
Ci ha pensato Roberto Formigoni, affermando che la possibile visita del Dalai Lama è questione troppo delicata. Il presidente della Lombardia ha quindi deciso di scrivere al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, per chiedere lumi.
La scusa regge: la Lombardia ha diritto ad avere rapporti internazionali autonomi, ma la politica estera la deve decidere il governo. Già, la parolina magica: politica al posto di cultura. E' vero che il Dalai Lama non può che incarnare l'ormai decennale lotta per la liberazione del Tibet, ma basterebbe così poco per architettare un cavillo alla maniera del Piemonte aprendo così le porte ad un uomo che è espressione di libertà.
Il solo fatto che quest'uomo, dopo decenni di persecuzione, riesca a portare avanti una battaglia per la libertà con il solo dono della parola meriterebbe qualcosa in più che un semplice incontro "istituzionale".
Ci si riempe spesso la bocca della parola "libertà"; è invece sempre più chiaro che a farsi sentire sono sempre più coloro che parlano con l'esplosivo. L'Oceano di saggezza (questo vuol dire Dalai Lama), qui a Milano, rimarrà una invisibile goccia nel mare.
Tratto da http://milano.blogosfere.it/2007/11/il-dalai-lama-a-milano-mmm-forse-e-meglio-di-no.html
INTERROTTA LA PARTITA JUVENTUS - CINA
Il giorno 22 luglio domenica allo stadio quercia di Rovereto abbiamo protestato contro la nazionale olimpica cinese che ha giocato una partita contro juve. Fa parte della loro pubblicità dell’olimpiadi 2008 e la preparazione della loro squadra.
Eravamo 12 tibetani e quattro italiani che sostengono la causa Tibetana, tra la quale Stefania marchesini dell'associazione Italia-Tibet.
La partita è stata sospesa due volte, prima quando la nazionale cinese ha rifiutato di giocare se non veniva tolto il nostro striscione " NO 2008 OLYMPICS IN CHINA, FREE TIBET", lo striscione è stato rimosso dalla polizia e due tibetani sono stati espulsi dallo stadio per poter far riprendere la partita. La seconda volta quando Stefania Marchesini ha invaso il campo. Inoltre abbiamo mostrato bandiera del Tibet e altri striscioni con gli slogan che hanno disturbato l'evento, ci dispiace per i tifosi di juve ma era doveroso.
Obiettivi della nostro protesta di manifestazione sono:
Protestare contro l'occupazione illegale cinese del Tibet, origine di tutti i problemi.
Nostra solidarietà con 14 persone che stanno facendo lo sciopero della fame ad oltranza in India contro l'oppressione cinese, che ha raggiunto la 16sima giornata.
Messaggio di solidarietà per i nostri fratelli e sorelle in Tibet che non hanno la voce per denunciare il regime cinese.
Un messaggio ai milioni di spettatori e al governo cinese che la nostra protesta continuerà finche non raggiungiamo nostro obiettivo: la libertà
Protesta contro il comitato olimpico internazionale che ha violato i principi dell’olimpiadi consegnando le olimpiadi 2008 ad un regime brutale che tiene sotto occupazione Tibet, Mongolia interna e Turkmenistan orientale.
Comunità tibetana in Italia, 23-07-07
Tratto da http://www.comunitatibetana.org/it/eventi/2007-07-22.php
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3 commenti:
viva il dalai lama!
Dai là Lama
Dai lààààààààààààà!!!
Pechino 2008: le olimpiadi della vergogna!
Beijing 2008:
Olympics of shame
FREE TIBET
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