venerdì, dicembre 30, 2005
Burundi:la neve!?!!
11/12sembra domenica mentre guido questo fuoristrada
sulla pista terrosa che conduce al lago. Mentre attendiamo quelle
canoniche due o tre ore che servono al cameriere per andare a cercare
un pollo che dice di avere già bello pronto e farlo cuocere sulla
griglia, scendiamo sulla riva. Sembra un gioco di specchi. Non è l’
acqua mossa dal vento a darmi questa sensazione, ma l’incrocio di
sguardi tra noi che ammiriamo l’orizzonte del lago e i bambini
accovacciati di fronte a noi che ci guardano come stessero esaminando
un quadro o un paesaggio. Sono più turista io che guardo il lago o il
bimbo che guarda me?
13/12Passiamo la serata al centro culturale
francese di Bujumbura; il bello di andare al cinema con gli africani è
che rendono interattiva la sala: commentano, rispondono alle battute,
esclamano all’unisono il loro stupore di fronte a certe scene, come
quelle in cui il paesaggio è innevato o il protagonista recita una
battuta particolare. Salito in auto, innesto la retromarcia, mi volgo
verso lo specchietto retrovisore ed invece del riflesso della strada lo
sguardo si spegne nel buco di plastica che reggeva il vetro. Rubati gli
specchietti. A destra ed a sinistra. Per questo motivo tutte le parti
in vetro delle auto riportano marchiato il numero di targa. Mi scappa
una risata.
15/12Stasera è scoppiata la seconda bomba della
settimana, e non intendo una notizia bomba quanto una vera e propria
granata. Due bombe sono troppo poche per dire che ti trovi in un teatro
di guerra, non fanno nemmeno notizia e nessun danno visibile da
lontano. Nemmeno il rumore è cosi inquietante. La prima sera è esplosa
al tramonto, e potevi anche giustificare quel trambusto come un
pneumatico che cede. La seconda invece fu meglio scandita nel silenzio
della notte. Uno scoppio e poi tutto ritorna come prima. Ma nella tua
testa rimbomba il cuore che batte e cominci a pensare, a renderti conto
della mancanza di controllo in cui nuotavi spensierato e che invece
comincia a fare un pò paura. Poi ritorni lentamente alla tua insolita
routine a cui aggrapparsi con più forza.
mercoledì, dicembre 28, 2005
Burundi:Si vola!
7/12 Il tempo si contorce in strane forme, sciogliendosi come cera sotto questo
caldo. Ricordo solo che ho visitato il centro nutrizionale di Gatumba:
ogni giorno aggiungiamo una piccola tessera al puzzle del progetto.
Tuttavia qui in città il lavoro si complica con dinamiche interne e
delicati equilibri politici. Ognuno vuole dire la sua opinione senza
rispettare l’impegno degli altri, ascoltando poco, complicando le idee
e rallentando l’effettiva esecuzione delle proposte. Sarebbe
decisamente più funzionale ritornare a pensare per obiettivi, avendo
ben chiara l’urgenza dei bisogni della gente.
8/12 Pian piano il progetto avanza, ed io godo della brezza di questa bella sensazione,colorata da qualche di timore. Credo potremo lavorare bene insieme al
nuovo medico, se poi guadagnerò la sua fiducia (e viceversa) tanto
meglio, ma l’essenziale è raggiungere una piena operatività , poichè fra
un anno (a volte cosi lontano) io partirò e lui dovrà seguire il
progetto e quindi la gente. Mi piace pensare di essere qui per non
fare, solo a dare l’impulso, l’avvio, il La, anche se a volte mi sento
più che altro un canalizzatore di soldi, un portafoglio altrui che
cammina.
Domani partirò per la mia avventura del weekend, stavolta
spostandomi nel cuore dell’Africa, a Kirundo: prenderò l’aereo del
programma mondiale per l’alimentazione (PAM), l’unico volo che si
spinge lassù. Se ci penso è una situazione nuova e bizzarra; mi auguro
solo di non incontrare serpenti lassù nella giungla. Ah, Africa!
Stasera spero di riuscire a dare l’avvio a questi stralci di vita qui
senza lei, inafferrabile presenza. Chissà che queste mie parole
riescano, dopo tanti chilometri, climi e fusi orari, a donarle ancora
il profumo dei sentimenti con cui sono sgorgate e che scorga tra le
righe la mia promessa e la mia attesa.
10/12 arrivo all’aeroporto con un poco di anticipo, come piace a me. C’è già la coda, ma è per un’altra destinazione, mentre sul volo interno del PAM siamo solo in tre. Attraversiamo la pista a piedi, stringiamo la mano al pilota e saliamo
la scaletta traballante. Se mi abituo a questo volo, giuro che
accetterò un passaggio anche da Corrado all’aeroclub di Parma. Ho
sempre pensato che quel trabiccolo fosse troppo piccolo per assorbire i
capricci del cielo, ma se resisto a questa pista sconnessa, posso
accettare anche le altezze sopra Parma. Dopo il decollo una brusca
virata e via sopra bananeti e colline, segnate da rigagnoli di terra
rossa come vene di un braccio muscoloso. Dopo soli venti minuti, in cui
il mio vicino cerca di fare conversazione oltre il rumore delle eliche
che di tanto in tanto tengo d’occhio, scendiamo a picco sulla pista
sterrata di Ngozi. La torre di controllo e hall è un vecchio container,
accanto al quale sta posteggiato uno di quei camion blindati e
mostruosi delle Nazioni Unite. Appena ci fermiamo il velivolo subisce
uno scossone, mentre alla nostra destra si alza un pesante elicottero
bianco. Salgono altri due cooperanti e rulliamo fino in fondo alla
pista, giriamo e ci fermiamo sul fondo. Il pilota si volta verso di me
oltre la tendina che separa la cabina e mi fa segno di allacciare la
cintura. Poi comincia ad aumentare la potenza con l’aereo in folle, non
so se si possa dire in gergo aeronautico, e lascia la frizione per
sfruttare al massimo la corta pista di terra e ghiaia. Partiti verso la
successiva fermata, come un autobus di campagna. Dopo pochi minuti giù
di nuovo, finalmente a Kirundo. Non so decidere se quei due tizi in
divisa con in mano un estintore sul bordo della pista rappresentino un
fattore di sicurezza, o un malaugurio beffardo. Francesca è venuta ad
attendermi.
La strada che ci porta al Centro Medico che visita quest’oggi è ornata di rami e foglie di banano che qui rappresentano l’equivalente dei nostri festoni. Sono molto eco-compatibili ed esprimono senza dubbio il loro carattere di decorazione per quello che è un giorno di festa. Banani al posto di striscioni: potrebbe essere un’idea creativa per un corteo alla prossima manifestazione.
Visitiamo due centri: nell’uno il responsabile ha deciso di installarsi nella stanza riservata alle degenze, togliendo spazio a quei pochi posti letto che
la struttura offre; nell’altro il dirigente per il quale era stata
prevista un’ala del centro si è trasferito altrove per poter ospitare
più ammalati. Approcci diversi.
Nell’Africa rurale mi sembra che la vita ritorni ad avere la possibilità di essere semplice, ma si tratta di una semplicità imposta, forzata nella fatica di scendere alla fonte per recuperare l’acqua e nelle distanze da coprire per raggiungere un posto di pronto soccorso o la scuola.
Stasera, qui nel nord del paese,ho ritrovato il piacere scoppiettante dei pop-corn con cui ritmavo i miei pomeriggi con Alienor. Sullo schermo scorrono le glorie sportive raccolte dalla mitica Gazzetta in rosa. Una serata tutta italiana insomma, che quindi finiamo con una strana pizza. Impastata in Burundi
secondo la ricetta che Francesca ha imparato da un mastro napoletano a
Chicago nel ristorante del fratello. Buona.
Ci ricordiamo tardi di uscire a riempire il serbatoio del generatore alla luce delle torce, ma ci accorgiamo di aver aggiunto diesel ad un motore a benzina. Il
guardiano si sente mortificato per aver confuso le taniche e, dopo
alcuni infruttuosi tentativi di svuotamento, si offre di svinare la
canna per far scendere la benzina, ma poi riusciamo a staccare la
cannetta di sotto e recuperiamo quel puzzolente gasolio. Finito il travaso è mancata la corrente elettrica e il generatore si è messo in
moto. Temevo si incendiasse con il calore del motore, inzuppato com’era
di carburante. Al black-out si accendono le stelle, riconosco Orione e
mi chiedo se all’equatore la guida sia alla Stella Polare o alla Croce
del Sud. Nel giardino svolazzano due lucciole: a due settimane da
Natale due lucciole intorno alle mie gambe alterano il mio orologio
biologico!
..e prima di Marco Travaglio...
giovedì 12 gennaio
256 pagine di storie, miti e leggende che girano intorno all’armonica e agli armonicisti blues raccontate con semplicità e passione di un bluesman: Fabrizio Poggi
A sedici anni viene folgorato dal carisma di Muddy Waters e dall’incredibile suono dell’armonica di Paul Butterfield, da allora è tutto un inseguirsi di note blue..
martedì, dicembre 27, 2005
Aspettando il 18 gennaio
Sapete tutti cosa succede il 18 gennaio al Joe's!!??!!
no!!!!!!???!!!
Sarà nostro ospite Marco Travaglio per presentare il suo nuovo libro "inciucio"....intanto cominciate a spargere la voce poi leggete questa intervista su www.scarichiamoli.org..
Guradatevi anche sta foto con il nostro Cezza all'inseguimento di Marco l'ultima volta che ci è venuto a trovare
L'era delle grandi opere digitali.
Intervista al giornalista Marco Travaglio.
Lei che rapporto ha con Internet e l'infornazione spontanea della rete (quella, ad esempio, dei blogs): li vede come strumenti integrativi dell'informazione professionale?
Nelle edicole c'è un numero di giornali tale da soddisfare le esigenze di pluralismo, ci sono poi dei blogs interessantissimi, ma non sono un grande frequentatore di Internet perché per le cose di cui mi occupo c'è bisogno di andare a prendere delle carte oppure di appurare i fatti con le persone: non faccio un grande uso della navigazione Internet perché a me non serve molto; mi interessa di più andare a prendere le sentenze: faccio soprattutto cronaca giudiziaria, quindi, vado nei Tribunali, lavoro ancora molto sul cartaceo. Credo che la ricerca su Internet sia più utile all'utente dell'informazione che al protagonista dell'informazione; poi, naturalmente, anche io attivo qualche motore di ricerca per trovare qualche articolo, ma difficilmente mi capita di andare a cercare cose in rete per trovare spunti. Se, ad esempio, vai sul blog di Grillo, trovi ogni giorno un post, ma non puoi leggerlo in sostituzione di quello che ti danno i giornali: i giornali sono ancora lo strumento principale con il quale, secondo me, ci si deve informare correttamente. Poi, certamente, si possono aggiungere dati ed integrare la propria conoscenza attraverso la lettura dei blogs.
Secondo lei, Internet può essere uno strumento di democrazia partecipativa?
Certamente, non so se sia uno strumento in grado di rappresentare la volontà di tutta la collettività, ma mette in contatto le persone: fenomeni come Porto Alegre, come i girotondi, come i movimenti anti-TAV... viaggiano tutti su scambi di e-mail, attraverso modalità di interazione diretta e, quindi, secondo me, bypassano gli eventuali boicottaggi e le eventuali censure che ci possono essere in certi mezzi (come la televisione): questo è molto importante.
continua su:
http://www.scarichiamoli.org/main.php?page=interviste/travaglio
lunedì, dicembre 26, 2005
Burundi:parentesi romantica
5/12 stanotte ho fatto tre sogni: nel primo Alienor mi
ha telefonato per davvero, ma siccome dormivo mi ha sussurrato “fai
come fosse un sogno”. Quella dolcezza e comprensione hanno ristorato il
mio sonno e sono tornato a dormire, credendo a quel sogno. Più tardi
invece mi hanno svegliato secchi colpi di pistola, non troppo lontani e
poi ripetuti ancora, ma stamani credetti d’aver sognato pure quelli.
Invece erano reali, come mi racconta il vicino derubato. Nel sogno per
davvero invece, sognai di boulder ed arrampicata, sicuramente
influenzato dal libro che sto leggendo; ma non posso dire altro dal
momento che intendo poi regalarlo in occasione del Natale a qualcuno
che potrebbe leggere queste righe sconclusionate.
Stamattina l’
energia della terra ha vibrato in me, dandomi per un attimo una
sensazione di mal di mare dentro una stanza al primo piano di un basso
edificio.Dopo qualche minuto si è spenta senza danni. Ho scoperto solo
dal web che più lontani dall’epicentro, a Nairobi, ha scatenato molto
più panico tra coloro che lavorano nei piani alti degli uffici.
All’equatore il ricordo di te / mi assale / come temporale. / Sento la tua
pelle / come gocce violente / d’un acquazzone pomeridiano. / Quale
preghiera / a quale Dio / per averti qui accanto adesso? / Una promessa
mancata / ritorna viva e dolorosa / nell’assenza del tuo corpo.
6/12 Come ieri, il desiderio di lei mi svuota ogni pensiero. Mi riempio di ricordi vividi e mixati senza altra logica che quella di un libero
flusso neuronale, senza altre parole da scrivere. La sua telefonata
nella notte è stato un dolce fugace sogno, ma poi il resto della notte
la sua assenza mi ha tenuto sveglio.
Il tempo dei lavori si dilata lasciando spazio ai miei dubbi: spero che presto il progetto possa concretizzarsi. Almeno posso riconoscere che oggi abbiamo fatto un
passo importante, contrattando il medico che lavorerà con noi.
Ieri sera invece ho partecipato ad un matrimonio interessante: Antonio,
cooperante italiano da meno di un anno in missione qui, ha sposato
Manna, una bella ragazza burundese. La cerimonia si è svolta
privatamente al consolato, mentre noi li abbiamo raggiunti per la cena.
Nell’hotel più lussuoso di Bujumbura, che mi ricordava “Hotel Rwanda”,
stava un improbabile tavolata. La cameriera faceva sedere man mano i
pochi invitati rispettivamente a destra dello sposo se bianchi ed a
sinistra della sposa se di colore. Questa divisione cromatica
probabilmente avrà aiutato il fotografo, ma ha costretto gli amici
africani di Antonio a sedersi con i parenti della sposa.
sabato, dicembre 24, 2005
un natale SANTARCHICO a tutti
Forse stanotte riceverò la visita di tre spiriti se vi dico che non credo al Natale...correrò il rischio...
Voi fate come volete ma questa sera vi aspettiamo al Joe come tutti gli anni dalle 23 in poi per bere fino a dimenticarci i regali che ci hanno fatto o ci faranno ma che noi non volevamo...
il classico maglione orrendo della zia...il pigiama da ospedale...il libro di Willy Pasini...la cravatta per il papà e tutte quelle minchiate simili...
a proposito...
BABBO NATALE NON ESISTE
http://www.santarchy.com/
giovedì, dicembre 22, 2005
Burundi:Davide ricco colonizzatore!
4/12 E’ vero che l’Africa è un posto di avventure: oggi credevo, nella mia testa, di viverne una tutta cittadina. Ho deciso infatti che sarei andato a messa nel quartiere Nord. Ero solo sul fuoristrada più scassato che si possa immaginare, con guida a destra, contromano rispetto al codice stradale burundese identico al nostro. Nessuno per fortuna si è buttato sotto ed io ero veramente contento di provare a me stesso un pò di coerenza. Tuttavia il gioco non valeva la candela: la predica era una palla astrale e il buon Claudio, missionario saveriano da anni in Burundi, è cosi introverso (o sgruso come diciamo a Parma) da non scambiare nemmeno due parole, non dico gia invitarmi a pranzo come speravo. Capisco che possa essere stufo di noi cooperanti fighetti con il nostro turismo umanitario, ma non è facile conoscere e lasciarsi coinvolgere nella vita locale burundese se anche queste porte sono mezze chiuse.
martedì, dicembre 20, 2005
Burundi:Il diario di Davide
1/12 Non conosco l’Africa, non ne sono mai stato particolarmente innamorato e vi sono finito in mezzo. Come un tamponamento, mi sono trovato catapultato quaggiù. Cosi, con cuore sincero, senza sentimentalismi o pregiudizi, mi ritrovo a scoprire questo continente, cominciando da un suo ventricolo, il Burundi, a destra del cuore congolese di foreste e diamanti. Un viaggio statico, in cui io sono il mio punto fermo e il mondo d’Africa mi si proietta intorno e dentro, con effetti tridimensionali d’odori e profumi e strette di mano e sguardi. L’Africa mi scorre addosso ed io ne assorbo più di quanto possa accorgermene e forse più di quanta ne possa sopportare con i miei limiti europei. Ecco quindi che, senza diritto, oso condividere queste imprecise impressioni, fotogrammi sfocati, sorsi d’Africa.
2/12: Le gocce di sudore mi ricoprono il collo in una morsa soffocante. Il sole equatoriale non solleva in fondo più umidità di quella a cui siamo abituati in pianura padana; ad esaurire le mie riserve di liquidi ci pensa la temperatura del laptop a cui però non posso rinunciare per quella biblioteca di canzoni che mi ristora come il fresco profumo delle pagine di antichi manoscritti farebbe ad un monaco erudito che vagasse tra gli scaffali di un monastero. Quelle note sono il mio rifugio nella solitudine di questa scelta che in meno di 24 ore mi ha messo a testa in giù in questa parte di mondo sconosciuto. Spero sia di buon auspicio essermi messo in viaggio nella giornata mondiale di lotta all’Aids, considerando che di questo mi dovrò occupare. Del resto mi rallegro di sistemare le tracce della mia esistenza in questo altrove per rendere la stanza un pò più casa. Inoltre sono contento di essere riuscito a portare a termine quasi tutte le richieste di chi chiedeva un piccolo favore da postino internazionale: qualche rinuncia e alcuni stratagemmi mi hanno permesso di dribblare il chek-in. Cosi ho consegnato un elegante vestito italiano ad un amico che, a mia insaputa, dopo due giorni si sarebbe sposato; ho poi contrabbandato semi di fantasia, ben nascosti dentro contenitori di favole chiamati libri per bambini, ed alcune altre mezze dozzine di cose. Già mi sto concedendo alcuni dei lussi che mi sono preparato, consumando brandelli della mia vita stipata in valigia, ricordi gastronomici e rare riviste in italiano. D’altronde i primi giorni sono i più difficili ed è giusto concedersi qualche cura in più. Ho paura che il sogno di lei mi ossessioni, ma forse è colpa delle sue carezze non ancora lavate dalla mia pelle che ricorda i suoi baci con troppo realismo alimentando un fastidioso dubbio: cosa ci faccio qui?
Torretta e...Burundi
Il Blog del Joe’s ritorna ad essere quindi un diario di viaggio ed esperienze in terre lontane attraverso le pagine di Davide che si trova in un posto che la maggioranza di noi conosce solamente come nome e magari non sa nemmeno la posizione geografica: il Burundi. Questo spero sia per voi uno stimolo per capire l’importanza di sentirsi cittadini del mondo di condividere altre realtà renderci sempre piu conto…ormai non è piu cosi scontato dirlo…che il nostro mondo non è solo quello che si vede e ci dicono in televisione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ciao e buon divertimento
lunedì, dicembre 19, 2005
Simona Torretta al Joe's
sabato, dicembre 17, 2005
NESSUNO TOCCHI CAINO
13 dicembre 2005: Stanley “Tookie” Williams, 51 anni, è stato giustiziato inCalifornia mediante iniezione letale a mezzanotte e 35 ora locale, le 9.35 inItalia, nel penitenziario di San Quintino.All’esecuzione hanno assistito 39 testimoni, tra cui diciassette giornalisti ecinque persone scelte direttamente da Williams, oltre ad alcuni parenti dellequattro vittime degli omicidi per cui Williams era stato condannato a morte.Due giorni prima dell’esecuzione la Corte Suprema della California avevarespinto la richiesta di sospensione, poi il Governatore Arnold Schwarzeneggerha negato la grazia. “Stanley Williams insiste nel dichiararsi innocente e nel dire di non doverescuse o provare rimorso per l'uccisione delle quattro vittime del caso”, hascritto il Governatore nelle motivazioni alla base della sua decisione,aggiungendo che ”Senza delle scuse o un pentimento per queste uccisioni senzasenso e brutali non ci può essere redenzione. Sulla base di prove sempre piùconsistenti, non c'è ragione di mettere in discussione la decisione dellagiuria, né sorgono dubbi o serie riserve sul verdetto e sulla pena di morteinflitta a Williams”. “Le dediche fatte da Williams nel suo libro ‘Life in Prison’ – continuaSchwarzenegger - sollevano seri dubbi circa la sua personale redenzione.Pubblicato nel 1998, diversi anni dopo la presunta redenzione di Williams, illibro è dedicato a ‘Nelson Mandela, Angela Davis, Malcolm X, Assata Shakur,Geronimo Ji Jaga Pratt, Ramona Africa, John Africa, Leonard Peltier, DhorubaAl-Mujahid, George Jackson, Mumia Abu-Jamal, ed a tutti gli altri uomini, donnee giovani che devono sopportare l’infernale oppressione di una vita dietro lesbarre’. Il mix di persone inserite in questa lista è singolare. La maggiorparte ha un passato violento ed alcuni sono stati condannati per orribiliomicidi, compresa l’uccisione di agenti di polizia”, scrive il Governatore. Dopo un’infanzia difficile trascorsa in un ghetto poverissimo, Williams avevafondato a Los Angeles la gang criminale dei Crips ed era finito nel bracciodella morte dopo essere stato giudicato colpevole di quattro omicidi.In 25 anni di carcere aveva maturato un distacco radicale dal proprio passato,diventando un esempio per i ragazzi che vogliono uscire dalla criminalità, ancheattraverso i suoi libri, che gli erano valsi la candidatura al Nobel e unafiction sulla sua storia ('Redemption') interpretata dal premio Oscar JamieFoxx.Nel 2004 il presidente Bush lo ha premiato «per avere dimostrato, attraversomolteplici opere di bene dietro le sbarre, il carattere eccezionaledell'America».
Per saperne di piu' : http://www.tookie.com/
giovedì, dicembre 15, 2005
NON C'E' NEBBIA CHE TENGA
questa sera vi aspetto tutti per una delle date più importanti di questa stagione. Sara e Deborah dopo l'emozionante concerto di ieri sera tornano con i caravane de Ville in una particolare versione trio acustico.
La musica dei Caravane de Ville è una musica Folk dolce ma anche energetica e coinvolgente, contaminata dalla nostra tradizione come da quella araba e gitana...
se viè capitato di vederli di spalla ai Modena City Ramblers o suonare per le strade di Ferrara durante i Buskers di sicuro vi sono entrati nel cuore
come fate a stare in casa venite nel Joe's Casbah vi aspetta una serata indimenticabile...
CORRREEEEEEEEEEEEEEETEEEEEE!!!!!!!!!!!
mercoledì, dicembre 14, 2005
MERCOLEDI 14 Dicembre ore 22 live al Joe's!
Milly Romani
Sara Piolanti voce dei Caravane de Ville qui in un progetto veramente unico.Il blues sanguigno e distorto, la fantastica voce provata di Sara unita alle grandi capacità al violoncello di Deborah a metà strada tra Vivaldi e Sonic Youth...Rarissime le esibizioni in Italia ora che Deb (alias Deborah Walker) si è trasferita a Parigi stabilmente.
DA NON PERDERE !!!
domenica, dicembre 11, 2005
sabato, dicembre 10, 2005
www.arci.it/vallesusa
1. SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL'EUROPA
In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei TIR su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali (Monginevro e Moncenisio) e due tunnel artificiali (Frejus ferroviario e autostradale). Il tutto in un fondo-valle largo in media 1,5 km ! A fatica ci sta anche un fiume, la Dora Riparia, che di tanto in tanto va in piena
2. LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE
In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i TIR partono ogni giorno desolatamente vuote. (Ma sono state riscoperte e prese d’assalto nel periodo di chiusura del Frejus per incendio). Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri. E il flusso delle merci -previsto da chi vuole l’opera in crescita esponenziale -è invece sceso del 9% nell’ultimo anno!
3. LA TORINO-LYON E’ INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE.
In realtà è’ vero il contrario. Togliendo risorse (è tutto denaro pubblico) alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda (Fiat e non solo), il TAV sarà la mazzata finale all’economia piemontese
4. Il TAV TOGLIERA’ I TIR DALLA VALLE
In realtà tanto per cominciare, i 10/15 anni di cantiere necessari a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la apocalittica fase di cantiere e realizzata la Grande Opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi. I promotori dell'opera e recenti studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l' 1% dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Bel vantaggio
5.I VALSUSINI SONO EGOISTI. NON PENSANO AGLI INTERESSI DELL’ITALIA.
In realtà attraverso la Valle di Susa, attualmente, passa già il 35% del totale delle merci che valicano le Alpi! Lungo l’Autostrada del Frejus passano circa 4.500 TIR al giorno, contro i 1.500 del Monte Bianco, in val d’Aosta, dove il numero dei TIR è stato limitato per legge.
6.LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro Regione (ditte e buoi dei paesi suoi). Per i comuni della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel problema: la mafia. Turbative d'asta sono già state individuate per la fase di sondaggio geologico a carico di uomini politici piemontesi e non... figurarsi per la realizzazione dell'opera!
7.LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 km all’interno del Musinè, montagna molto amiantifera. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore dei polmoni (mesotelioma pleurico) che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. E ancora: una linea in galleria si porta appresso tante gallerie minori, trasversali a quella principale. Si chiamano gallerie di servizio, o più simpaticamente, ‘finestre’. Ce ne saranno 12! Con altrettanti cantieri, tutti a ridosso di centri abitati. Sarà un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti, come accaduto per le gallerie TAV del Mugello, oggetto di processi per disastro ambientale. E ancora: la viabilità sarà stravolta. Verranno costruiti sovrappassi in corrispondenza di ogni cantiere. Forse queste nuove strade saranno calcolate come compensazioni all’impatto ambientale dell’opera? (per averne una vaga idea, farsi un giro sull’autostrada Torino-Milano osservando i guasti della tratta TAV Torino-Novara).
8. QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI
In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato a privati, secondo la diabolica invenzione del general contractor. Garantisce lo Stato Italiano. Nessun privato ci metterà un euro, soprattutto dopo l’esperienza del tunnel sotto la Manica che ha mandato in fallimento chi ne aveva acquistato i bond. I tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già previsto che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale (Borgone – St.-Jean-de-Maurienne). Tanto paghiamo noi.
9. CHI E' CONTRO LA TORINO-LYON E' CONTRO IL PROGRESSO
In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali (acqua, suolo agricolo, foreste, minerali) sono limitate, l'inquinamento e i rifiuti aumentano invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l'esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio e ormai anacronistico, che prevede una crescita infinita nel volume del trasporto merci (che poi saranno i rifiuti di domani), privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa."
IL MOVIMENTO NO TAV
La lunga notte di Pisanu - La Carica della Polizia in Val di Susa
Nella notte tra lunedì 5 e martedì 6 dicembre le forze dell'ordine, verso le 3 di notte, caricano il presidio no-tav accampato nei pressi del sito destinato ad ospitare i primi lavori di carotaggio. Le forze dell'ordine aggrediscono gli accampati, sradicano tende e sgomberano masserizzie. Feriti e contusi, qualcuno finisce in ospedale. I partecipanti denunciano la gravità dell'evento, paragonando il gesto alle cariche di Genova 2001 in occasione del G8. La governatrice del Piemonte, Mercedes Bresso, prende le distanze dall'evento, svelando le intenzioni del Governo di strumentalizzare la situazione per mettere in difficoltà gli enti locali di sinistra. Il tutto accade nel cuore della notte, senza avvertimenti o tentativi di dialogo. Ma Christian Nasi insieme ai ragazzi dell'associazione Torinese Acmos, realtà vicina al Gruppo Abele, sono presenti e riescono a filmare l'evento, denunciandone la violenza.
www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=3813
Da Luca Mercalli - Società Meteorologica Italiana
Carissimi, è stata una giornata epica qui in Val Susa. Sembrava di essere tornati nel medioevo piùoscuro (anzi, ora ci siamo dentro). Non solo per il cielo cupo e nebbioso particolarmente malinconicotra i castagni ingialliti alla base del Rocciamelone.
Sono appena tornato dai luoghi di guerra civile e ho la nausea. Fortunatamente non per un pugno inpancia, ho evitato i manganelli portando in giro un collega giornalista della Radio Svizzera Italiana.Ma ho il vomito per quello che ho visto, indegno di un paese civile e democratico.
Oltre mille poliziotti, carabinieri antisommossa e finanzieri lanciati contro la gente comune, come sefossimo stati i peggiori delinquenti (quelli, invece, tranquilli agiscono impuniti... dove avetemai visto 1000 uomini in assetto di guerra, dico mille, fare un'operazione di polizia contromalviventi o truffatori?). Fin da ieri sera centinaia di persone, pensionati, studenti, di tuttiinsomma, hanno dormito nei boschi, braccati come fiere selvatiche, per essere pronti all'alba afronteggiare le ruspe.
Così è stato, in mezzo ai boschi alle sei di stamattina sono arrivati i blindati, sembrava diessere a Baghdad. I Sindaci in prima linea, rappresentanti dei cittadini regolarmente eletti,presi a sberle dai carabinieri, con frasi del tipo: "Lei chi crede di rappresentare con quella fasciatricolore?" Altri presi a cazzotti e buttati a terra, gente con le mani alzate e disarmata, cheribadiva la protesta PACIFICA, spostata di peso dai prati espropriati. Vigili urbani che proteggevano ipropri concittadini ARRESTATI (e poi rilasciati) dalla polizia di stato: ma come, Stato contro Stato?Chi è più ufficiale? Un pubblico ufficiale che difende il suo territorio dall'arroganza e dallarapacità delle lobby cementiere o gli agenti aizzati da Roma dal ministro-talpa Lunardi?
Eppure le interviste che abbiamo raccolto erano di una maturità sorprendente: manifestanti maturi ecompetenti, gente che citava Gandhi e il picco del petrolio. Gente che si chiedeva cosa mai dovremotrasportare tra vent'anni sui questi treni super-iper-mega, quando non si fanno funzionaredecentemente nemmeno quelli che abbiamo ora. Gente che chiedeva di impiegare 15 miliardi di euro nonper bucare un'ennesima volta le Alpi, ma per gli ospedali, per le energie rinnovabili, per ilrisanamento ambientale.
Tanto per fare esercizi di termodinamica della follia: 15 milioni di m3 di roccia estratta dallagalleria di 54 km sotto il moncenisio non sanno dove metterli. Ecco la brillante soluzione pensata daiprogettisti: l'imbocco del tunnel è a circa 600 m, a 2000 m c'è la cava dalla quale fu prelevato ilpietrisco per la costruzione della diga del Moncenisio nel 1968. Dun que, riempiamo la cava conlo smarino e il gioco è fatto! Con un nastro trasportatore lungo 16 km eleviamo rocce delladensità di 2500 kg/m3 su 1400 m di dislivello. Solo la deriva dei continenti è capace di tanto, malavora con incrementi di 1 mm all'anno. Capite cosa vuol dire il delirio dell'energia facile?
E noi stiamo qui a pensare di risparmiare pochi miseri watt isolando il tetto o andando sul motorino elettrico...
I vecchi della montagna, fermi di fronte ai blocchi della polizia, dicevano che sono passati solo 60anni da quando le bande partigiane facevano gli stessi sentieri inseguite dai tedeschi. Pensate aqueste cose quando tra tre mesi vi presenteranno la val di susa imbellettata per le olimpiadi invernali.
Boh, ora sono troppo scosso per proseguire, rischiodi scrivere stupidaggini. Ne riparleremo a sanguemeno bollente. Grazie per i vostri messaggi di solidarietà...
luca mercalli
lunedì, dicembre 05, 2005
Difficoltà nel commentare
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Ora spero che vi divertiate interagedo un po di piu con noi
ciao Joe
viva il joe's
sabato, dicembre 03, 2005
Joe lascia...conferma il grande Albert Ray
Notizie di poco fa..è arrivata una telefonata in redazione che ha messo un po di tristezza, il vecchio Joe Cocker causa visita oculistica fa sapere che non potrà essere presente all'evento...confermata invece la partecipazione del grandissimo Albert Ray and the Raymen che si esibirà sul palco centrale alle 22.30. Un altro Joe sarà invece presente durante l'aperitivo con un dj set tutto flowers...il mitico Joe Rdano!!!...allora cosa aspettate infilate i pantaloni a zampa e correte al Joe's!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
mancano poche ore all'aperitivo Flower Power
A poche ore dall'aperitivo Flower Power iniziano a registrarsi le prime code in entrata a Fidenza come si può vedere dalla foto scattata all'altezza della chiesa di Parola sulla via Emilia
...consigliamo a chi non si fosse ancora messo in viaggio di utilizzare il treno, il nostro bus navetta sarà in stazione ad attendere il vostro arrivo!
Ringraziamo anche e soprattutto quelle persone che ci stanno raggiungendo a piedi per il loro enorme sacrificio ecologico!
venerdì, dicembre 02, 2005
2 dicembre 2005: Kenneth Lee Boyd, 57 anni, è stato giustiziato in NorthCarolina per duplice omicidio. L'uomo entra quindi nella storia come ilmillesimo condannato a morte giustiziato negli Stati Uniti dal 1976, anno in cuinegli Usa è stata reintrodotta la pena capitale. Il governatore della Carolina del Nord, Mike Easley, ha detto di non averetrovato ragioni stringenti per accordare la grazia. Poche ore prima, in rapidasuccessione, una corte d'appello federale e la Corte Suprema degli Stati Unitiavevano respinto la richiesta dei legali di Boyd di sospendere l'esecuzione.Easley, nei suoi cinque anni come Governatore, ha concesso la grazia solo duevolte, mentre sono 22 i condannati a morte che sono stati giustiziati. In un’intervista concessa all’Associated Press, Boyd ha sostenuto di detestarel’idea di venire ricordato come il condannato a morte numero 1.000. «Lo detesto,non mi piace l’idea di diventare un numero», ha dichiarato.
Sono passati 21 anni dal peggior disastro industriale della storia. La notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984, a Bhopal, in India, quaranta tonnellate di gas letali fuoriuscirono dalla fabbrica di pesticidi della Union Carbide. 8000 furono i morti nell'immediato e 12000 in seguito. I sopravvissuti non hanno mai ricevuto un risarcimento adeguato, ancora oggi il sito non è stato bonificato e la gente continua a bere acqua contaminata. La Dow Chemical possiede oggi la Union Carbide. Come vi renderete conto dalle testimonianze che pubblichiamo, la Dow opera in maniera diversa ma ugualmente irresponsabile in India come negli Stati Uniti.
per maggiori informazioni http://www.greenpeace.it/bhopal/
giovedì, dicembre 01, 2005
Sabato 3 Aperitivo Flower Power!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
VIRGINIA. GOVERNATORE GRAZIA LOVITT, DOVEVA ESSERE MILLESIMO GIUSTIZIATO USA
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Firma l'appello alle Nazioni Unite promosso da Nessuno tocchi Caino per la moratoria internazionale delle esecuzioni capitali. www.nessunotocchicaino.it/areautenti/firmaonline.php