martedì, dicembre 25, 2007
sabato, dicembre 22, 2007
Yellow Capra stasera al Joe's!
Yellow Capra: il rock multiforme di Chez Dèdè
Rock, musica classica e un pizzico di jazz contemporaneo si intrecciano negli umori del cd Chez Dèdè degli Yellow Capra.
Uscito su etichetta Piloft il cd si snoda attraverso 12 composizioni che mettono in evidenza le qualità della band milanese che unisce sette elementi.
Il progetto Yellow Capra è incentrato sul comporre brani influenzati dal potere delle immagini, e così le esibizioni live sono sempre accompagnate da filmati e collage di foto preparati e montati dal gruppo.
Il gruppo si è dedicato anche a creare musica per il cinema e il teatro, attivando numerose collaborazioni con registi e compagnie. Ha composto le musiche per il cortometraggio "The Screen" di Valerio Orlando (co-prodotto da Sky C inema), per il corto "Divini Incontri d'Orgasmo ("Divine Meetings of Excitement)" oltre ad aver presentato le musiche composte sul mediometraggio "The Coastline (1979-85)" di Peter Greenaway .
Nel 2003 il gruppo partecipa alla split series PO Box della Wallace Records , per poi accasarsi nel 2005 presso Piloft Recordings con cui realizza il 10" split "Elkloft", condiviso con la band di Glasgow Projekt A-KO , e per lavorare a Yc, il suo primo full-lenght uscito nel 2006.
da http://indiemusic.blogosfere.it/2007/12/yellow-capra-il-rock-multiforme-di-chez-dede.html
sabato, dicembre 15, 2007
Les Fauves al Joe's stasera!!!!!!!!
Da Sassuolo, con screanzato furore, tornano i Les Fauves. Anzi debuttano, visto che il precedente lavoro non era che un mini, recensendo il quale mi/gli auguravo che affilassero la lama. Ebbene, lo hanno fatto. Eppoi, birbantelli, l'hanno lasciata arrugginire, così che l'arma impropria divenga intrattabile, capace di sbreghi infetti mentre ti danza davanti sculettando insidiosa. Certo, okay, son tutti effetti speciali, è un film e ci tengono a farlo sapere. Sequenze brevi, barbagli graffianti, turgido citazionismo caricato a ormoni e sberleffo. Che non sono nulla senza una passione sincera, ma lasciamo stare, che i nostri giovanotti non sono tipi da perdersi in smancerie.
Meglio prestarsi alla matematica spasmodica del punk funk, corroborato beat e psych come si conviene, crogiolo nel quale affiorano spesso e volentieri evanescenze & effettistica dal lunare retrogusto - ebbene sì - Brian Eno. Ascoltare per credere la strana teoria pop di Atomic Winter ed il minimale spaesamento da ciber-marionetta di The Heroin Melody, che tra l'altro trova il tempo di strizzare l'occhio ai compagni di scuderia A Toys Orchestra. Sono questi, assieme al ciondolante smarrimento di The Holy Church, i momenti in cui si tira il fiato. Il resto è assalto febbrile ma con stile, questione di chitarre scheggiate, basso ossuto e tastierine acide (In The Fallout Shelter), bombardamenti flemmatici (Bombs On The SIAE) e sarcasmo sferzante (No Spaghindie), tastierine Human League nella giga invasata PIL riciclata dai !!! (Twister Twist) o sberleffo glam dalla squinternata scontrosità Cramps (Freak Riot), per non dire di quella specie di Marquee Moon al fulmicotone che risponde al nome di Novara.
Non era facile sfornare un disco tanto accattivante e ruvido senza scivolare nell'artificioso, nel costruito a bella posta come vitamine per l'autunno incipiente. Invece sono stati bravi, il caro Crop Sfroocer e compagni, compreso il producer Giacomo Fiorenza. Vuoi per la dissacrante autoironia che stempera i ghigni e le pose, vuoi per quel suono che picchia diretto e duro senza rinunciare a preziosismi di contorno come un bolide che fa la scia. Un'impertinenza sapiente, quindi. Non stupisce che anche gli Swayzak se ne siano accorti, ospitandoli in una traccia del loro ultimo lavoro.
Meglio prestarsi alla matematica spasmodica del punk funk, corroborato beat e psych come si conviene, crogiolo nel quale affiorano spesso e volentieri evanescenze & effettistica dal lunare retrogusto - ebbene sì - Brian Eno. Ascoltare per credere la strana teoria pop di Atomic Winter ed il minimale spaesamento da ciber-marionetta di The Heroin Melody, che tra l'altro trova il tempo di strizzare l'occhio ai compagni di scuderia A Toys Orchestra. Sono questi, assieme al ciondolante smarrimento di The Holy Church, i momenti in cui si tira il fiato. Il resto è assalto febbrile ma con stile, questione di chitarre scheggiate, basso ossuto e tastierine acide (In The Fallout Shelter), bombardamenti flemmatici (Bombs On The SIAE) e sarcasmo sferzante (No Spaghindie), tastierine Human League nella giga invasata PIL riciclata dai !!! (Twister Twist) o sberleffo glam dalla squinternata scontrosità Cramps (Freak Riot), per non dire di quella specie di Marquee Moon al fulmicotone che risponde al nome di Novara.
Non era facile sfornare un disco tanto accattivante e ruvido senza scivolare nell'artificioso, nel costruito a bella posta come vitamine per l'autunno incipiente. Invece sono stati bravi, il caro Crop Sfroocer e compagni, compreso il producer Giacomo Fiorenza. Vuoi per la dissacrante autoironia che stempera i ghigni e le pose, vuoi per quel suono che picchia diretto e duro senza rinunciare a preziosismi di contorno come un bolide che fa la scia. Un'impertinenza sapiente, quindi. Non stupisce che anche gli Swayzak se ne siano accorti, ospitandoli in una traccia del loro ultimo lavoro.
tratto da http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Monografie/LesFauves.html
altre su http://www.myspace.com/lesfauves
giovedì, dicembre 13, 2007
Paolo Nori stasera al JOE'S
Stasera al joe's viene a trovarci Paolo Nori. che uno dice chi è Paolo Nori?
eh, è uno scrittore di Parma. Si ho capito ma dire scrittore vuol poi dire un sacco di cose. è come dire pittore che poi magari uno fa l'imbianchino.
detto questo Paolo Nori è uno scrittore di Parma che a noi del Joe's ci piace davvero molto. Per dire la presidentessa Claudia si è letta quasi tutti i libri.
eh, è uno scrittore di Parma. Si ho capito ma dire scrittore vuol poi dire un sacco di cose. è come dire pittore che poi magari uno fa l'imbianchino.
detto questo Paolo Nori è uno scrittore di Parma che a noi del Joe's ci piace davvero molto. Per dire la presidentessa Claudia si è letta quasi tutti i libri.
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Paolo Nori allo GNAM Festival
Allora. per via che la Claudia presidentissima del Joe's si è appassionata a Paolo Nori, che mi passa anche i libri e che io ce li passo a lei (ma i miei son della biblioteca son capaci tutti) allora abbiamo deciso di andare ad uno spettacolo che fa a Parma dentro quello che una volta era il Cinema Trento. Uno spettacolo, dice l'internet, che fa parte della rassegna dello GNAM Festival.
Praticamente c'è scritto su internet che fa una specie di spettacolo in cui vengono proiettate delle illustrazioni e lui Paolo Nori dice che uno che fa lo scrittore deve essere magro. deve proprio averci la fissa del peso corporeo Paolo Nori. Anche nei suoi libri dice sempre che fa la dieta. Che poi io l'ho visto dal vivo un paio di volte e viene anche via bene. Starsi a preoccupare.
Io di Paolo Nori ho letto "Noi la farem vendetta" molto bello "Bassotuba non c'è" "gli scarti" belli "la vergogna delle scarpe nuove" "Siam poi gente delicata" belli belli. Ho letto anche un libro "Pancetta" si chiama. ci ho capito dentro niente ma molto bello. Comunque Paolo Nori mi sa che è fissato col peso corporeo.
Arriviamo che a Parma c'è un freddo cane che ti si sbriciolano le mani e parcheggiamo lì in quella via che vicino c'è il LENZ. c'è una casa in ristrutturazione con una gru blu che mi fa proprio una bella impressione. parcheggiamo lì e facciamo per andare all'ex Cinema Trento che fa parte della rassegna dello GNAM Festival di cui sopra.
Entriamo all'ex cinema Trento che l'ingresso è una scultura gonfiabile gigante che sembrano delle pere. Dentro c'è una ragazza bionda incagabile alla cassa. tre euri si paga. Ma non per lo scrittore, per l'arte dice. che dentro all'excinema ci hanno messo una mostra di arte contemporanea dedicata al cibo. dentro poi c'è anche il video di una che la squartano. per finta, ma ci sono anche tutte le budella. un po' triste.
Dentro c'è l'arte contemporanea e una videoinstallazione dell'artista contemporanea Marina Abramovic che mangia una cipolla intera con la buccia fin tanto che le vengono giù i lacrimoni. La videoinstallazione si chiama Cipolla. Eh, ci ho detto alla Claudia, bel titolo. Poi c'è una tavola con proiettato su uno tutto nudo. C'era anche mio fratello Ivan con la sua morosa. Ivan è simpatico.
Adesso che mi ricordo nel libro "Pancetta" dello scrittore Paolo Nori c'è un pezzo che i due protagonisti per fumare in un posto che non si può fumare dentro fan finta che la loro è una performance. Forse anche l'artista contemporanea Marina Abramovic aveva solo voglia di piangere un po'. A me del cibo se ci devo pensare mi vengono in mente delle cose allegre, mica tristi.
Poi Paolo Nori fa una specie di spettacolo in cui vengono proiettate delle illustrazioni e lui Paolo Nori dice che uno che fa lo scrittore deve essere magro. E alla fine continuano a far sentire una musica di un'orchestra che fa della musica tradizionale russa. e non la spengono più neanche quando lo scrittore Paolo Nori vuole leggere il bis e gli viene da ridere e si vede.
Bella serata lì a Parma. dopo davano il parmigiano e la birra artigianale gratis. e c'era questa scultura gonfiabile gigante che c'è chi diceva è un tortellino. a me sembravano due pere . nel senso di seni.
Comunque non che non mi piaccia l'arte contemporanea dell'ex Cinema Trento per la rassegna dello GNAM Festival. L'unica cosa è che è tutta roba molto triste.
Ogni volta che su Word scrivo "Comunque" finisce che viene fuori "Comuqnue". ma poi si capisce uguale. Questo per dire comuqnue che se uno non viene al Joe's stasera che c'è Paolo Nori, alla fine si perde una gran bella serata.
mercoledì, dicembre 12, 2007
lunedì, dicembre 10, 2007
L'EUROPA E' ANTIFASCISTA
In seguito all'assassinio di un giovane antifascista a Madrid (1, 2), avvenuto l'11/11 è stato diramato un appello internazionale per attivarsi con iniziative di solidarietà verso Carlos, il giovane ucciso a coltellate da un gruppo di fascisti aderenti a Democracia Nacional e per protestare con vigore verso la marea nera di razzismo montante in tutta Europa.
L'iniziativa più importante si è tenuta a Madrid (report in italiano: 1, 2), ma iniziative similari vi sono state anche a Londra (1, 2) e a Berlino,dove a breve distanza da questa città (a Mittweida, cittadina della Sassonia: Stato della federazione tedesca che alle ultime elezioni regionali ha visto convogliare il 9 per cento dei consensi al partito neonazista Npd) pochi giorni prima un altro grave episodio di intolleranza xenofoba aveva avuto luogo.A Barcellona, in occasione della manifestazione antifascista per Carlos,si sono verificati degli scontri fra manifestanti e polizia che hanno portato all'arresto di 4 antifascisti.E' interessante notare come anche il primo rapporto eseguito dalla neonata "Agenzia Europea per i diritti fondamentali" durante tutto l'arco del 2006 all'interno degli Stati EU, concluda sostanzialmente il suo studio su razzismo e xenofobia affermando che, a parte le eccezioni rappresentate da Finlandia e Cipro, i governi dei Paesi europei non sono in grado di soddisfare la domanda di giustizia ed uguaglianza che proviene dai cittadini.
Nel frattempo, anche nella nostra cara regione la lotta dell'antifascismo prosegue. E' infatti a Parma che negli ultimi giorni si sono verificati dei segnali importanti: 400 persone hanno manifestato contro la "marcia" delle ronde padane, sottolineando come queste ultime siano una riproposizione di idee profondamente razziste e quindi non appartenenti alla comunità cittadina. A Bologna il 19 ottobre si è tenuta una manifestazione per rispondere ai vili attacchi fascisti verso gli studenti medi.Nonostante queste importanti risposte la situazione non è delle più rosee: in Italia sono in aumento le aggressioni fasciste verso gli immigrati e compagni, mentre pochi giorni fa il gup di Roma ha dichiarato che l'omicidio di Renato Biagetti è stato causato da una semplice rissa e nonda una vera e propria aggressione politica e stanno per essere celebrati gli atti conclusivi del processo di primo grado contro gli antifascisti torinesi arrestati dopo l'attacco poliziesco ad un corteo antifascista nel giugno del 2005, mentre a Milano sono stateconfermate quasi tutte le condanne per gli scontri del'undici marzo 2006.Anche nella "rossa" Emilia Romagna vi sono state diverse aggressionisquadriste culminate nel tentativo di assalto al centro sociale PAZ di Rimini.
L'iniziativa più importante si è tenuta a Madrid (report in italiano: 1, 2), ma iniziative similari vi sono state anche a Londra (1, 2) e a Berlino,dove a breve distanza da questa città (a Mittweida, cittadina della Sassonia: Stato della federazione tedesca che alle ultime elezioni regionali ha visto convogliare il 9 per cento dei consensi al partito neonazista Npd) pochi giorni prima un altro grave episodio di intolleranza xenofoba aveva avuto luogo.A Barcellona, in occasione della manifestazione antifascista per Carlos,si sono verificati degli scontri fra manifestanti e polizia che hanno portato all'arresto di 4 antifascisti.E' interessante notare come anche il primo rapporto eseguito dalla neonata "Agenzia Europea per i diritti fondamentali" durante tutto l'arco del 2006 all'interno degli Stati EU, concluda sostanzialmente il suo studio su razzismo e xenofobia affermando che, a parte le eccezioni rappresentate da Finlandia e Cipro, i governi dei Paesi europei non sono in grado di soddisfare la domanda di giustizia ed uguaglianza che proviene dai cittadini.
Nel frattempo, anche nella nostra cara regione la lotta dell'antifascismo prosegue. E' infatti a Parma che negli ultimi giorni si sono verificati dei segnali importanti: 400 persone hanno manifestato contro la "marcia" delle ronde padane, sottolineando come queste ultime siano una riproposizione di idee profondamente razziste e quindi non appartenenti alla comunità cittadina. A Bologna il 19 ottobre si è tenuta una manifestazione per rispondere ai vili attacchi fascisti verso gli studenti medi.Nonostante queste importanti risposte la situazione non è delle più rosee: in Italia sono in aumento le aggressioni fasciste verso gli immigrati e compagni, mentre pochi giorni fa il gup di Roma ha dichiarato che l'omicidio di Renato Biagetti è stato causato da una semplice rissa e nonda una vera e propria aggressione politica e stanno per essere celebrati gli atti conclusivi del processo di primo grado contro gli antifascisti torinesi arrestati dopo l'attacco poliziesco ad un corteo antifascista nel giugno del 2005, mentre a Milano sono stateconfermate quasi tutte le condanne per gli scontri del'undici marzo 2006.Anche nella "rossa" Emilia Romagna vi sono state diverse aggressionisquadriste culminate nel tentativo di assalto al centro sociale PAZ di Rimini.
mercoledì, dicembre 05, 2007
IL DALAI LAMA IN ITALIA
(ANSA) - MILANO, 5 DIC - Il Dalai Lama è giunto stamani all' aeroporto di Malpensa con un volo Alitalia proveniente da Delhi. Il suo programma prevede una permanenza a Milano di cinque giorni prima di altre tappe italiane Ad accogliere il Dalai Lama l'amica Laura Gancia e il capo del Tibet Bureau Kelsang Gyaltsen, che risiede a Ginevra. Il Dalai Lama ha 72 anni e vive in esilio dal 1959.
Il Dalai Lama a Milano? Mmm... è meglio di no
Non stiamo qui a scrivere un trattato di storia, se volete avere informazioni sul Dalai Lama potrete fare un bel giretto qui su Wikipedia. Partiamo quindi dal presupposto che la storia dell'invasione cinese in Tibet è ben nota (magari anche quella dell'esilio) e passiamo oltre, visto che l'atteggiamento del Piemonte e della Lombardia sulla questione Dalai Lama sembra essere colpevolmente differente.
Il 16 dicembre il Dalai Lama sarà ospite a Torino, invitato dal Consiglio Regionale, ma la sua visita sta già creando polemiche. L'ambasciatore cinese ha fatto sapere alla Farnesina che "Pechino" è irritato per lo sbarco in Italia del capo spirituale dei tibetani.
Da Torino fanno sapere che la sua presenza ha forte valore culturale e non politico, come è giusto che sia; ora la polemica sulla visita si sposta anche qui a Milano, dove il Dalai Lama sembra non essere benvenuto.
Simili problemi diplomatici c'erano già stati in tempi recenti a Washington, Berlino e Vienna. L'Italia ha ottimi rapporti con la Cina - la futura prima potenza economica è da trattare con i guanti - , Milano invece ha un rapporto tutto suo con la comunità cinese.
Da una parte c'è un inevitabile coinvolgimento negli affari, dall'altra la forte presenza della comunità cinese (tradotto: Chinatown). Come fare allora a levarsi di dosso la responsabilità di un invito mancato ad un premio Nobel per la Pace? Semplice, scaricando il barile a Roma.
Ci ha pensato Roberto Formigoni, affermando che la possibile visita del Dalai Lama è questione troppo delicata. Il presidente della Lombardia ha quindi deciso di scrivere al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, per chiedere lumi.
La scusa regge: la Lombardia ha diritto ad avere rapporti internazionali autonomi, ma la politica estera la deve decidere il governo. Già, la parolina magica: politica al posto di cultura. E' vero che il Dalai Lama non può che incarnare l'ormai decennale lotta per la liberazione del Tibet, ma basterebbe così poco per architettare un cavillo alla maniera del Piemonte aprendo così le porte ad un uomo che è espressione di libertà.
Il solo fatto che quest'uomo, dopo decenni di persecuzione, riesca a portare avanti una battaglia per la libertà con il solo dono della parola meriterebbe qualcosa in più che un semplice incontro "istituzionale".
Ci si riempe spesso la bocca della parola "libertà"; è invece sempre più chiaro che a farsi sentire sono sempre più coloro che parlano con l'esplosivo. L'Oceano di saggezza (questo vuol dire Dalai Lama), qui a Milano, rimarrà una invisibile goccia nel mare.
Tratto da http://milano.blogosfere.it/2007/11/il-dalai-lama-a-milano-mmm-forse-e-meglio-di-no.html
INTERROTTA LA PARTITA JUVENTUS - CINA
Il giorno 22 luglio domenica allo stadio quercia di Rovereto abbiamo protestato contro la nazionale olimpica cinese che ha giocato una partita contro juve. Fa parte della loro pubblicità dell’olimpiadi 2008 e la preparazione della loro squadra.
Eravamo 12 tibetani e quattro italiani che sostengono la causa Tibetana, tra la quale Stefania marchesini dell'associazione Italia-Tibet.
La partita è stata sospesa due volte, prima quando la nazionale cinese ha rifiutato di giocare se non veniva tolto il nostro striscione " NO 2008 OLYMPICS IN CHINA, FREE TIBET", lo striscione è stato rimosso dalla polizia e due tibetani sono stati espulsi dallo stadio per poter far riprendere la partita. La seconda volta quando Stefania Marchesini ha invaso il campo. Inoltre abbiamo mostrato bandiera del Tibet e altri striscioni con gli slogan che hanno disturbato l'evento, ci dispiace per i tifosi di juve ma era doveroso.
Obiettivi della nostro protesta di manifestazione sono:
Protestare contro l'occupazione illegale cinese del Tibet, origine di tutti i problemi.
Nostra solidarietà con 14 persone che stanno facendo lo sciopero della fame ad oltranza in India contro l'oppressione cinese, che ha raggiunto la 16sima giornata.
Messaggio di solidarietà per i nostri fratelli e sorelle in Tibet che non hanno la voce per denunciare il regime cinese.
Un messaggio ai milioni di spettatori e al governo cinese che la nostra protesta continuerà finche non raggiungiamo nostro obiettivo: la libertà
Protesta contro il comitato olimpico internazionale che ha violato i principi dell’olimpiadi consegnando le olimpiadi 2008 ad un regime brutale che tiene sotto occupazione Tibet, Mongolia interna e Turkmenistan orientale.
Comunità tibetana in Italia, 23-07-07
Tratto da http://www.comunitatibetana.org/it/eventi/2007-07-22.php
Il Dalai Lama a Milano? Mmm... è meglio di no
Non stiamo qui a scrivere un trattato di storia, se volete avere informazioni sul Dalai Lama potrete fare un bel giretto qui su Wikipedia. Partiamo quindi dal presupposto che la storia dell'invasione cinese in Tibet è ben nota (magari anche quella dell'esilio) e passiamo oltre, visto che l'atteggiamento del Piemonte e della Lombardia sulla questione Dalai Lama sembra essere colpevolmente differente.
Il 16 dicembre il Dalai Lama sarà ospite a Torino, invitato dal Consiglio Regionale, ma la sua visita sta già creando polemiche. L'ambasciatore cinese ha fatto sapere alla Farnesina che "Pechino" è irritato per lo sbarco in Italia del capo spirituale dei tibetani.
Da Torino fanno sapere che la sua presenza ha forte valore culturale e non politico, come è giusto che sia; ora la polemica sulla visita si sposta anche qui a Milano, dove il Dalai Lama sembra non essere benvenuto.
Simili problemi diplomatici c'erano già stati in tempi recenti a Washington, Berlino e Vienna. L'Italia ha ottimi rapporti con la Cina - la futura prima potenza economica è da trattare con i guanti - , Milano invece ha un rapporto tutto suo con la comunità cinese.
Da una parte c'è un inevitabile coinvolgimento negli affari, dall'altra la forte presenza della comunità cinese (tradotto: Chinatown). Come fare allora a levarsi di dosso la responsabilità di un invito mancato ad un premio Nobel per la Pace? Semplice, scaricando il barile a Roma.
Ci ha pensato Roberto Formigoni, affermando che la possibile visita del Dalai Lama è questione troppo delicata. Il presidente della Lombardia ha quindi deciso di scrivere al ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, per chiedere lumi.
La scusa regge: la Lombardia ha diritto ad avere rapporti internazionali autonomi, ma la politica estera la deve decidere il governo. Già, la parolina magica: politica al posto di cultura. E' vero che il Dalai Lama non può che incarnare l'ormai decennale lotta per la liberazione del Tibet, ma basterebbe così poco per architettare un cavillo alla maniera del Piemonte aprendo così le porte ad un uomo che è espressione di libertà.
Il solo fatto che quest'uomo, dopo decenni di persecuzione, riesca a portare avanti una battaglia per la libertà con il solo dono della parola meriterebbe qualcosa in più che un semplice incontro "istituzionale".
Ci si riempe spesso la bocca della parola "libertà"; è invece sempre più chiaro che a farsi sentire sono sempre più coloro che parlano con l'esplosivo. L'Oceano di saggezza (questo vuol dire Dalai Lama), qui a Milano, rimarrà una invisibile goccia nel mare.
Tratto da http://milano.blogosfere.it/2007/11/il-dalai-lama-a-milano-mmm-forse-e-meglio-di-no.html
INTERROTTA LA PARTITA JUVENTUS - CINA
Il giorno 22 luglio domenica allo stadio quercia di Rovereto abbiamo protestato contro la nazionale olimpica cinese che ha giocato una partita contro juve. Fa parte della loro pubblicità dell’olimpiadi 2008 e la preparazione della loro squadra.
Eravamo 12 tibetani e quattro italiani che sostengono la causa Tibetana, tra la quale Stefania marchesini dell'associazione Italia-Tibet.
La partita è stata sospesa due volte, prima quando la nazionale cinese ha rifiutato di giocare se non veniva tolto il nostro striscione " NO 2008 OLYMPICS IN CHINA, FREE TIBET", lo striscione è stato rimosso dalla polizia e due tibetani sono stati espulsi dallo stadio per poter far riprendere la partita. La seconda volta quando Stefania Marchesini ha invaso il campo. Inoltre abbiamo mostrato bandiera del Tibet e altri striscioni con gli slogan che hanno disturbato l'evento, ci dispiace per i tifosi di juve ma era doveroso.
Obiettivi della nostro protesta di manifestazione sono:
Protestare contro l'occupazione illegale cinese del Tibet, origine di tutti i problemi.
Nostra solidarietà con 14 persone che stanno facendo lo sciopero della fame ad oltranza in India contro l'oppressione cinese, che ha raggiunto la 16sima giornata.
Messaggio di solidarietà per i nostri fratelli e sorelle in Tibet che non hanno la voce per denunciare il regime cinese.
Un messaggio ai milioni di spettatori e al governo cinese che la nostra protesta continuerà finche non raggiungiamo nostro obiettivo: la libertà
Protesta contro il comitato olimpico internazionale che ha violato i principi dell’olimpiadi consegnando le olimpiadi 2008 ad un regime brutale che tiene sotto occupazione Tibet, Mongolia interna e Turkmenistan orientale.
Comunità tibetana in Italia, 23-07-07
Tratto da http://www.comunitatibetana.org/it/eventi/2007-07-22.php
martedì, dicembre 04, 2007
domenica, dicembre 02, 2007
Repressione durante le azioni antimilitariste a Lugano
Domenica 25 novembre a margine della parata militare la polizia ha represso con violenza il gruppo di manifestanti antimilitaristi che, in modo pacifico ed ironico, stava esprimendo il proprio dissenso contro la kermesse militare che in questi giorni ha trasformato Lugano in una vera e propria zona di guerra.
Un primo intervento della polizia si è avuto durante la parata militare, dove sono stati fermati 11 clown facenti parte del collettivo della Clown Army. I clown si erano infiltrati nella parata inscenando delle performances goliardiche, utilizzando la semplice arma dell'ironia.
In seguito di fronte al pretorio di Via Bossi la polizia ha caricato violentemente ed in modo del tutto ingiustificato un presidio pacifico, composto anche da anziani e bambini, che si era formato spontaneamente in solidarietà ai clown fermati.
La polizia senza nessun preavviso ha caricato alle spalle, con manganelli e spray orticanti i clown e le altre persone presenti compiendo 5 fermi e ferendo una decina di persone tra cui pure un mediattivista che ha riportato la frattura di un braccio.
Si è trattato di un increscioso episodio di intolleranza e violenza connesso con la libertà di espressione. Proprio nel giorno in cui l'esercito (auto)celebrava la sua presunta efficienza, ci è stata mostrata la brutalità operativa degli apparati repressivi dello stato.
Un primo intervento della polizia si è avuto durante la parata militare, dove sono stati fermati 11 clown facenti parte del collettivo della Clown Army. I clown si erano infiltrati nella parata inscenando delle performances goliardiche, utilizzando la semplice arma dell'ironia.
In seguito di fronte al pretorio di Via Bossi la polizia ha caricato violentemente ed in modo del tutto ingiustificato un presidio pacifico, composto anche da anziani e bambini, che si era formato spontaneamente in solidarietà ai clown fermati.
La polizia senza nessun preavviso ha caricato alle spalle, con manganelli e spray orticanti i clown e le altre persone presenti compiendo 5 fermi e ferendo una decina di persone tra cui pure un mediattivista che ha riportato la frattura di un braccio.
Si è trattato di un increscioso episodio di intolleranza e violenza connesso con la libertà di espressione. Proprio nel giorno in cui l'esercito (auto)celebrava la sua presunta efficienza, ci è stata mostrata la brutalità operativa degli apparati repressivi dello stato.
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